Percorso tematico
Fotografia e pubblicità
Il potere magico della pubblicità
In Italia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, c’era un vivace confronto tra due idee di pubblicità. Da un lato la pubblicità intesa come stile, da costruire giorno per giorno negli uffici interni delle aziende, un’idea che si ritrovava in molte ditte italiane legate al mercato dei consumi di massa quali Pirelli, Barilla, Necchi, Bassetti o anche Rinascente. Sull’altro fronte c’era la cultura pubblicitaria americana, basata su una precisa organizzazione produttiva; in questo campo operavano agenzie specializzate che offrivano una serie di servizi di pianificazione e di impostazione strategica che spaziavano dalle ricerche di mercato alla scelta dei media, per arrivare infine alla realizzazione della campagna pubblicitaria vera e propria; questa prassi comunicativa venne scelta da industrie come Pavesi, Cirio, Roberts, Coca-Cola, Nestlè.
Si trattava del confronto tra due tradizioni culturali molto diverse: quella dell’”arte pubblicitaria”, che attribuiva maggiore importanza al fattore estetico o tutt’al più psicologico-percettivo, e che affondava le proprie radici nel lavoro dei primi maestri del cartellonismo e nelle sperimentazioni tipofotografiche delle avanguardie storiche, e quella dell’advertising americano, che si ispirava a criteri pragmatici ed era ancorato alle competenze strategiche di professionisti specializzati.
In Italia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, c’era un vivace confronto tra due idee di pubblicità. Da un lato la pubblicità intesa come stile, da costruire giorno per giorno negli uffici interni delle aziende, un’idea che si ritrovava in molte ditte italiane legate al mercato dei consumi di massa quali Pirelli, Barilla, Necchi, Bassetti o anche Rinascente. Sull’altro fronte c’era la cultura pubblicitaria americana, basata su una precisa organizzazione produttiva; in questo campo operavano agenzie specializzate che offrivano una serie di servizi di pianificazione e di impostazione strategica che spaziavano dalle ricerche di mercato alla scelta dei media, per arrivare infine alla realizzazione della campagna pubblicitaria vera e propria; questa prassi comunicativa venne scelta da industrie come Pavesi, Cirio, Roberts, Coca-Cola, Nestlè.
Si trattava del confronto tra due tradizioni culturali molto diverse: quella dell’”arte pubblicitaria”, che attribuiva maggiore importanza al fattore estetico o tutt’al più psicologico-percettivo, e che affondava le proprie radici nel lavoro dei primi maestri del cartellonismo e nelle sperimentazioni tipofotografiche delle avanguardie storiche, e quella dell’advertising americano, che si ispirava a criteri pragmatici ed era ancorato alle competenze strategiche di professionisti specializzati.
Franco Bottino interprete di stile e pubblicità
A Milano, centro indiscusso delle professioni pubblicitarie, Franco Bottino si confrontò con entrambe queste filosofie di marketing, lavorando a stretto contatto sia con gli uffici di comunicazione delle aziende, sia con i responsabili delle agenzie o degli studi grafici che avevano nei loro portfolio molti clienti importanti. Ciò che ha reso peculiare il lavoro di Bottino è stata la capacità di soddisfare anche l’esigente mondo dell’alta moda e delle riviste di settore. Egli collaborò infatti con nomi del calibro di Graziella Vigo e Barbara Vitti, storiche promotrici della moda italiana. Bottino riuscì da solo a rispondere alle diverse esigenze del mercato pubblicitario realizzando fotografia di moda, di prodotto e di eventi correlati alla loro promozione.
A Milano, centro indiscusso delle professioni pubblicitarie, Franco Bottino si confrontò con entrambe queste filosofie di marketing, lavorando a stretto contatto sia con gli uffici di comunicazione delle aziende, sia con i responsabili delle agenzie o degli studi grafici che avevano nei loro portfolio molti clienti importanti. Ciò che ha reso peculiare il lavoro di Bottino è stata la capacità di soddisfare anche l’esigente mondo dell’alta moda e delle riviste di settore. Egli collaborò infatti con nomi del calibro di Graziella Vigo e Barbara Vitti, storiche promotrici della moda italiana. Bottino riuscì da solo a rispondere alle diverse esigenze del mercato pubblicitario realizzando fotografia di moda, di prodotto e di eventi correlati alla loro promozione.
Influenzare il gusto…
Bottino è stato protagonista di storiche campagne pubblicitarie per grandi marchi nazionali e internazionali. Le sue immagini sono state il frutto di progetti interamente finalizzati a trasmettere il messaggio pubblicitario. La fotografia di Franco Bottino ha oscillato tra composizioni in studio, frutto di una sicura padronanza tecnica della fotografia in medio e grande formato, e immagini realizzate in esterni anche con fotocamere più agili, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. Le caratteristiche principali di queste fotografie sono sempre state la delicatezza e il dinamismo, la cura dei dettagli e delle inquadrature, la scelta delle pose, dei soggetti, dei luoghi più adeguati. Una ricerca mirata a rendere gli scatti perfetti anche dal punto di vista estetico. Tutto per catturare l’attenzione con un solo sguardo e catapultarla in una narrazione.
Bottino è stato protagonista di storiche campagne pubblicitarie per grandi marchi nazionali e internazionali. Le sue immagini sono state il frutto di progetti interamente finalizzati a trasmettere il messaggio pubblicitario. La fotografia di Franco Bottino ha oscillato tra composizioni in studio, frutto di una sicura padronanza tecnica della fotografia in medio e grande formato, e immagini realizzate in esterni anche con fotocamere più agili, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. Le caratteristiche principali di queste fotografie sono sempre state la delicatezza e il dinamismo, la cura dei dettagli e delle inquadrature, la scelta delle pose, dei soggetti, dei luoghi più adeguati. Una ricerca mirata a rendere gli scatti perfetti anche dal punto di vista estetico. Tutto per catturare l’attenzione con un solo sguardo e catapultarla in una narrazione.
La forza simbolica della fotografia
Nell’era della pubblicità Franco Bottino si distingue realizzando immagini capaci di trasmettere un messaggio preciso, con il chiaro scopo di mettere in risalto i punti di forza del prodotto; si potrebbe affermare che in molte occasioni sia stato proprio lui l’ideatore del messaggio pubblicitario. Il lavoro di Bottino ha sempre avuto alla base un’attenta pianificazione e una sottile comprensione dello stile comunicativo con cui i marchi volevano costruire la propria identità aziendale. Bottino ha espresso nelle sue immagini la propria creatività, veicolandola tramite una sicura padronanza tecnica: la scelta delle macchine fotografiche, degli obiettivi, dei luoghi, delle composizioni. Un lavoro di solida professionalità che ha prodotto una fotografia curata nei minimi dettagli capace di attirare l’attenzione di pubblici eterogenei. Bottino è stato protagonista e precursore della fotografia pubblicitaria così come la conosciamo oggi, una comunicazione nella quale le esigenze sono state soppiantate dai desideri i quali, a loro volta, hanno lasciato spazio alle esperienze.
Nell’era della pubblicità Franco Bottino si distingue realizzando immagini capaci di trasmettere un messaggio preciso, con il chiaro scopo di mettere in risalto i punti di forza del prodotto; si potrebbe affermare che in molte occasioni sia stato proprio lui l’ideatore del messaggio pubblicitario. Il lavoro di Bottino ha sempre avuto alla base un’attenta pianificazione e una sottile comprensione dello stile comunicativo con cui i marchi volevano costruire la propria identità aziendale. Bottino ha espresso nelle sue immagini la propria creatività, veicolandola tramite una sicura padronanza tecnica: la scelta delle macchine fotografiche, degli obiettivi, dei luoghi, delle composizioni. Un lavoro di solida professionalità che ha prodotto una fotografia curata nei minimi dettagli capace di attirare l’attenzione di pubblici eterogenei. Bottino è stato protagonista e precursore della fotografia pubblicitaria così come la conosciamo oggi, una comunicazione nella quale le esigenze sono state soppiantate dai desideri i quali, a loro volta, hanno lasciato spazio alle esperienze.