Biki
EnteMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione: 1936
Data di soppressione/cessazione: 1999
Wikipedia
Sede
Città: Milano
Attività e/o professione
Qualifica: Azienda
Storia istituzionale
Biki, pseudonimo di Elvira Leonardi Bouyeure è stata una stilista italiana, una delle più celebri sarte italiane tra gli anni quaranta e gli anni sessanta. Il suo atelier milanese, luogo d'incontro di molte personalità della cultura, è stato anche frequentato da Maria Callas, della cui "trasformazione" Biki è stata la principale artefice. Il suo pseudonimo (consigliatole da Gabriele D'Annunzio), che è anche il marchio della sua casa di moda, deriva dal soprannome "Bicchi" (derivato da "birichina") datole da Giacomo Puccini (la Leonardi era figlia di Fosca, che era figlia di primo letto di Elvira, poi compagna e moglie del celebre compositore).
Negli Trenta Biki apre con Gina Cicogna un atelier di biancheria intima d'imitazione francese che ha sede a Milano, in via Senato 8. Il loro marchio, Domina, è inventato da Gabriele D'Annunzio.
Sciolta la società con Gina Cicogna, Biki si mette in proprio, cominciando a ideare modelli di lusso (abiti di gala e da gran sera) e tailleurs. La prima sfilata è del 5 maggio 1936. La sua casa, per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta, è frequentata dalle maggiori personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della finanza; diventa, per eccellenza, la sarta delle grandi signore milanesi. Nel 1951 conosce la Callas, che diventa la sua testimonial. In questo suo decennio d'oro è affiancata dal genero Alain Reynaud (già allievo di Jacques Fath), che firma collezioni proprie dal 1957. Caratteristici del suo stile sono gli accostamenti di colore e la ricchezza dei materiali. Tra le prime sarte di alta moda ad allearsi con l'industria, dal 1960 al 1966 firma per il Gruppo Finanziario Tessile la linea Cori Biki. Nell'ultima fase della sua carriera, in un clima culturale molto mutato, lancia una moda molto più sobria; fanno una certa sensazione suoi abiti da sera confezionati in tweed, una novità assoluta. Nel corso degli anni, oltre a mantenere una propria sceltissima, affezionata clientela, è stata attiva anche come giornalista e consulente di ditte di confezioni. Negli ultimi anni Novanta collaborava con lei la figlia Roberta. Nel 1999, con la morte della fondatrice, la maison è stata chiusa.
L'Archivio Biki è di proprietà della famiglia Reynaud ed è depositato temporaneamente presso il MIC centro interdipartimentale di Moda Immagine e Consumi dell'Università degli studi di Milano.
L'archivio del prodotto, circa 300 abiti del periodo 1950-1970, è conservato presso la proprietà.
Negli Trenta Biki apre con Gina Cicogna un atelier di biancheria intima d'imitazione francese che ha sede a Milano, in via Senato 8. Il loro marchio, Domina, è inventato da Gabriele D'Annunzio.
Sciolta la società con Gina Cicogna, Biki si mette in proprio, cominciando a ideare modelli di lusso (abiti di gala e da gran sera) e tailleurs. La prima sfilata è del 5 maggio 1936. La sua casa, per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta, è frequentata dalle maggiori personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della finanza; diventa, per eccellenza, la sarta delle grandi signore milanesi. Nel 1951 conosce la Callas, che diventa la sua testimonial. In questo suo decennio d'oro è affiancata dal genero Alain Reynaud (già allievo di Jacques Fath), che firma collezioni proprie dal 1957. Caratteristici del suo stile sono gli accostamenti di colore e la ricchezza dei materiali. Tra le prime sarte di alta moda ad allearsi con l'industria, dal 1960 al 1966 firma per il Gruppo Finanziario Tessile la linea Cori Biki. Nell'ultima fase della sua carriera, in un clima culturale molto mutato, lancia una moda molto più sobria; fanno una certa sensazione suoi abiti da sera confezionati in tweed, una novità assoluta. Nel corso degli anni, oltre a mantenere una propria sceltissima, affezionata clientela, è stata attiva anche come giornalista e consulente di ditte di confezioni. Negli ultimi anni Novanta collaborava con lei la figlia Roberta. Nel 1999, con la morte della fondatrice, la maison è stata chiusa.
L'Archivio Biki è di proprietà della famiglia Reynaud ed è depositato temporaneamente presso il MIC centro interdipartimentale di Moda Immagine e Consumi dell'Università degli studi di Milano.
L'archivio del prodotto, circa 300 abiti del periodo 1950-1970, è conservato presso la proprietà.
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