Publifoto
EnteMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione: 1909
Data di soppressione/cessazione: 1999
Attività e/o professione
Qualifica: Agenzia fotografica
Storia istituzionale
L’Agenzia Publifoto viene fondata a Milano nel 1937 da Vincenzo Carrese (20 marzo 1910 - 18 ottobre
1981), già rappresentante di diverse agenzie estere fin dal 1927 (Wide World Photos, Keystone). Nel ’34 Carrese è chiamato a dirigere il reparto fotografico interno del «Corriere della Sera», incarico che lo porta a creare presto una propria società con fotografi assunti alle sue dipendenze: la “Foto Agenzia Keystone di Carrese Vincenzo”, fondata nel novembre 1937, che dal 1 gennaio 1939 assume il nome di “Publifoto, fotografie da pubblicare”. Tra i primi fotografi assunti vi sono Fedele Toscani, Tino Petrelli, Peppino Giovi e Carlo Ancillotti. Un nutrito gruppo di fotografi, a disposizione notte e giorno, permette all’Agenzia di documentare qualsiasi tipo di evento e di fornire puntualmente all’editoria fotografie di cronaca, sport e attualità.
Inoltre, il laboratorio di stampa interno gli garantisce di produrre rapidamente le stampe dei servizi realizzati. Nel giro di poco tempo, Carrese apre una filiale anche a Roma. Nel dopoguerra, con la ripresa del mercato editoriale, Publifoto inizia a collaborare con «L’Unità», «L’Europeo» e «Il Giorno», distribuendo anche le immagini delle maggiori agenzie fotogiornalistiche del mondo. Nello stesso periodo Carrese investe in altre località (Torino, Napoli, Palermo e Genova), per assicurare all’editoria una rete capillare di corrispondenti.
Negli anni Cinquanta Publifoto estende la propria produzione a servizi fotografici commissionati da imprese e alle fotografie a colori. Nei primi anni Sessanta, accanto all’attività di fotogiornalismo l’Agenzia porta avanti quella commerciale che si occupa della fotografia industriale, pubblicitaria e di moda su committenza.
Nel 1974 il fotografo Alfredo Pratelli, che in precedenza aveva lavorato per Publifoto, rileva questo ramo di attività (attrezzature, fotografie e clienti) dalla Publifoto per costituire una sua ditta in questo settore, la CPF Publifoto. Nel 1977 la CPF Publifoto si fonde con la Novytipe Group Spa, una società specializzata nella produzione grafica, tipo e litografica, cinematografica: da qui il nome CPF Novytipe, fino al 1985. Nel frattempo, nel 1981 Carrese muore improvvisamente e Publifoto chiude. Viene rifondata nel febbraio del 1985 dai figli Ferdinando e Manuela con il nome di Publifoto Notizie di Ferdinando Carrese & C. s.n.c.
Dopo la scomparsa di Carrese, l'Archivio Publifoto Milano viene ceduto alla Olivetti di De Benedetti, per poi essere rilevato, nel 1997, dall’agenzia “Fotocronache Olympia S.p.A.”. Nel 2015 è acquistato da Intesa Sanpaolo al fine di valorizzarlo come bene culturale nazionale. Le attività di conservazione, catalogazione e digitalizzazione dell’Archivio Publifoto (circa 7 milioni di scatti) sono affidate, nell’ambito di Progetto Cultura, all’Archivio Storico della banca. L'archivio è il cuore della quarta sede delle Gallerie d’Italia aperte in piazza San Carlo a Torino.
Per le notizie storiche sull'agenzia si ringraziano l'Archivio Storico di Intesa Sanpaolo e la dott.ssa Chiara Lo Cascio.
1981), già rappresentante di diverse agenzie estere fin dal 1927 (Wide World Photos, Keystone). Nel ’34 Carrese è chiamato a dirigere il reparto fotografico interno del «Corriere della Sera», incarico che lo porta a creare presto una propria società con fotografi assunti alle sue dipendenze: la “Foto Agenzia Keystone di Carrese Vincenzo”, fondata nel novembre 1937, che dal 1 gennaio 1939 assume il nome di “Publifoto, fotografie da pubblicare”. Tra i primi fotografi assunti vi sono Fedele Toscani, Tino Petrelli, Peppino Giovi e Carlo Ancillotti. Un nutrito gruppo di fotografi, a disposizione notte e giorno, permette all’Agenzia di documentare qualsiasi tipo di evento e di fornire puntualmente all’editoria fotografie di cronaca, sport e attualità.
Inoltre, il laboratorio di stampa interno gli garantisce di produrre rapidamente le stampe dei servizi realizzati. Nel giro di poco tempo, Carrese apre una filiale anche a Roma. Nel dopoguerra, con la ripresa del mercato editoriale, Publifoto inizia a collaborare con «L’Unità», «L’Europeo» e «Il Giorno», distribuendo anche le immagini delle maggiori agenzie fotogiornalistiche del mondo. Nello stesso periodo Carrese investe in altre località (Torino, Napoli, Palermo e Genova), per assicurare all’editoria una rete capillare di corrispondenti.
Negli anni Cinquanta Publifoto estende la propria produzione a servizi fotografici commissionati da imprese e alle fotografie a colori. Nei primi anni Sessanta, accanto all’attività di fotogiornalismo l’Agenzia porta avanti quella commerciale che si occupa della fotografia industriale, pubblicitaria e di moda su committenza.
Nel 1974 il fotografo Alfredo Pratelli, che in precedenza aveva lavorato per Publifoto, rileva questo ramo di attività (attrezzature, fotografie e clienti) dalla Publifoto per costituire una sua ditta in questo settore, la CPF Publifoto. Nel 1977 la CPF Publifoto si fonde con la Novytipe Group Spa, una società specializzata nella produzione grafica, tipo e litografica, cinematografica: da qui il nome CPF Novytipe, fino al 1985. Nel frattempo, nel 1981 Carrese muore improvvisamente e Publifoto chiude. Viene rifondata nel febbraio del 1985 dai figli Ferdinando e Manuela con il nome di Publifoto Notizie di Ferdinando Carrese & C. s.n.c.
Dopo la scomparsa di Carrese, l'Archivio Publifoto Milano viene ceduto alla Olivetti di De Benedetti, per poi essere rilevato, nel 1997, dall’agenzia “Fotocronache Olympia S.p.A.”. Nel 2015 è acquistato da Intesa Sanpaolo al fine di valorizzarlo come bene culturale nazionale. Le attività di conservazione, catalogazione e digitalizzazione dell’Archivio Publifoto (circa 7 milioni di scatti) sono affidate, nell’ambito di Progetto Cultura, all’Archivio Storico della banca. L'archivio è il cuore della quarta sede delle Gallerie d’Italia aperte in piazza San Carlo a Torino.
Per le notizie storiche sull'agenzia si ringraziano l'Archivio Storico di Intesa Sanpaolo e la dott.ssa Chiara Lo Cascio.